Perché tutto questo clamore sul vaccino Astrazeneca?
Partiamo dai fatti prima di addentrarci nel dibattito sui danni dell’affaire vaccino Astrazeneca e la mole di fake news che ne è seguita cercando di comprenderne anche i danni, sì perché il caos mediatico di questi giorni (metà marzo 2021 n.d.r.) lascia molti danni sul terreno.
Il 17/03/2021 in Italia sono morte più di 500 persone a causa del Covid.
Morti certi, persone che non ci sono più e non torneranno.
Nei 15 giorni precedenti, in Europa ci sono stati circa 30 morti da trombosi in cui vi è una contemporaneità temporale con il periodo vaccinale. Cioè sono morti dopo poche ore o giorni dall’aver effettuato il vaccino.
Presunti e temporale, scriviti bene queste due parole nella mente perché sono le parole su cui concentrarsi.
Se dividiamo i 30 casi presunti in 15 giorni e li mediamo sui 20 paesi UE, otteniamo circa 0,1 casi al giorno per paese. In Italia quindi il rapporto tra morti reali di covid e presunti morti da vaccino sarebbe 0,1/500=0,0002. Cioè per ogni morto a causa del virus si hanno 0,0002 presunti morti per vaccino (calcolo approssimativo a solo titolo di esempio, senza valenza statistica n.d.r.).
Aggiungiamo un’altra informazione.
In Italia le malattie cardiovascolari rappresentano la prima causa di morte, tra esse vi è ovviamente anche la trombosi. Si hai capito bene. Chi ha malattie cardiovascolari e fa il vaccino può morire a causa delle malattie cardiovascolari di cui è affetto spesso inconsapevolmente. Quindi il vaccino Astrazeneca (stando alle informazioni dichiarate da EMA e dai numeri) ha solo una concomitanza temporale con le persone morte di trombosi.
Come se cantassimo “O sole mio” in una bella giornata di primavera e un minuto dopo ci venisse un infarto. Concomitanza temporale NON causale. Semplice da capire
Ma allora perché tutto ciò? Alziamo lo sguardo.
È in atto una polarizzazione sociale causata da una concomitanza di fattori: da una parte gli algoritmi dei social network, in particolare, tendono a rinchiuderci in una bolla confermativa, cioè ci fanno vedere in particolar modo le informazioni che vogliamo vedere; dall’altra parte c’è un progressivo e continuo degrado della stampa che insegue le modalità comunicative dei social network pensando che sia l’unico modo per poter sopravvivere.
Utilizzo un post che in questi giorni gira sui social per spiegare cosa sta accadendo a livello sociale e come le problematiche legate al vaccino Astrazeneca in realtà siano molto gravi. Non parlerò di quelle mediche (non ne ho le competenze), ma di quelle sociali. Ringrazio l’amica Mara per la segnalazione che ha portato a questo articolo.
Premessa: il post parla di come i motori di ricerca guidino la polarizzazione e come sia impossibile resistervi. In realtà ciò accade più sui social network che nei motori di ricerca. Ma attenzione il post è esattamente ciò che invece vorrebbe combattere: disinformazione (parziale) polarizzante. Ma non ti anticipo nulla, andiamo per gradi.
Ho fatto innanzitutto un piccolo giochino per farti comprendere direttamente questi meccanismi e come combatterli.
Oltre a questo articolo ho fatto un video sul mio canale YouTube ed in entrambe ho utilizzato sia un titolo che una descrizione in stile click bait (acchiappa click), quindi se sei arrivato fin qui attirato dal titolo o dalla descrizione, complimenti, comunque ti piace approfondire.
L’ho fatto per farti capire alcuni concetti chiave che descriverò di seguito e soprattutto i loro effetti, oltre che per dimostrarti che le vie di uscita ci sono e dipendono da noi utenti del web.
Guarda questo video sul vaccino Astrazeneca
Al netto delle mie scarse capacità recitative (e da alcuni problemi audio che non ho potuto risolvere), ho utilizzato una tecnica da acchiappa click.
Nel video spiego perché e cosa dovrebbe accadere. Guardalo potresti “sentirti a disagio” nella prima parte o nella seconda, a te capire il significato di tutto ciò
L’ho fatto per provare a “crackare” gli schemi mentali che ci guidano nelle scelte, per farti capire come tutti siamo vittime di tali meccanismi. Saperlo non serve per non caderci, serve per esserne consapevoli.
Non pensare e non dire: “a me non capiterà”. Sii sincero con te stesso, è capitato e capiterà, puoi solo esserne consapevole quando capiterà di nuovo.
Puoi solo accorgerti di essere cascato nel tranello ed evitare di alimentarlo.
Elementari trucchi delle fake news
Un primo elemento per comprendere che siamo di fronte ad una fake news o comunque ad una notizia costruita per sfruttare la nostra psiche (anche quando si parla di vaccino Astrazeneca, di vita o di morte) è ricercarne alcuni fattori comuni quasi sempre presenti.
Nel post in questione (che non riporto integralmente per scelta) trovate frasi quali:
Leggete questo post, è un po’ lungo ma vale la pena di arrivare in fondo.
Vi garantisco che funziona proprio così
[…]
Ed è gratis.
E ti fa credere che sia tu a condurre il gioco. Ma non è così.
[…]
Vi racconto una storia che sembra un film distopico fantascientifico, solo che dentro ci siamo tutti.
In queste frasi sono presenti elementi psicologici che ci spingono a leggere. Spesso è impossibile resistere. Ti senti già incuriosito e vuoi vedere come va a finire… dì la verità 😉
Come tutti i post o i contenuti di questo genere non troverai mai elementi palesemente falsi, gli argomenti hanno agganci reali e pertinenti, verosimili, credibili e apparentemente verificabili. Ma si basano su argomenti tecnici e spesso basta una virgola per cambiarne completamente il senso della frase, trattandosi di elementi tecnici non tutti siamo in grado di percepirlo. Ma approfondiamo la comunicazione e i contenuti di questo post.
La fabbrica delle fake new a colpi di Click-Through Rate
Il post ci spiega che SEO (Search Engine Optimization) e CTR (Click-Through Rate) sarebbero gli strumenti della paura, attraverso i quali si riesce a governare la disinformazione. Viene utilizzato un esempio molto efficace che spiega come funzionerebbe il CTR, lo riporto in maniera quasi integrale:
Se io metto in homepage del mio quotidiano un articolo il cui titolo dice “Anche ieri vaccinati a Rovigo trenta pensionati: tutto ok”, questo titolo verrà visualizzato 100 volte insieme agli altri della homepage. E ci cliccheranno su in 2 per andare ad approfondire. CTR: 2%. Nel testo dell’articolo poi troviamo che la signora Nella, anziana, ha riferito di avere avuto la febbre alta.
Ma se io metto nel titolo “Nuovo episodio di febbri incontrollate: la signora Nella di Rovigo rischia la morte per colpa del vaccino AstraZeneca” il CTR di quell’articolo schizzerà al 70%.
I giornali online campano così […] con la pubblicità.
Il significato del CTR è corretto, così come il funzionamento del sistema di finanziamento di molti giornali online, ma è incompleto e parziale e quel poco che si tace fa la differenza.
La tecnica di scrittura di articoli “acchiappa clic” si chiama click bait (letteralmente acchiappa esca). Si basa sul concetto che se metto un titolo e un incipit sensazionalistico (giocando sulle paure del vaccino Astrazeneca) le persone sono portate a cliccarci su. Vero. Ma c’è un grosso ma.
Questa tecnica nasce alcuni anni fa quando andavano di moda titoli del tipo: “Allucinante, Pinco Pallo distrutto dal dolore per la perdita della carissima…” ed il titolo spariva perché superava lo spazio concesso dai motori ai titoli. Ciò accadeva volutamente, sapendo quanti caratteri sono ammessi nel titolo, basta mettere il succo della notizia oltre quel numero.
Quando ti addentravi nell’articolo, scoprivi che il personaggio famoso Pinco Pallo era distrutto per la morte di una carissima cagnolina del cugino del vicino che poi era pure morta di vecchiaia. I marketer da strapazzo hanno utilizzato questa tecnica per inviare migliaia di persone su pagine zeppe di pubblicità e guadagnare da quello. Più le pubblicità erano visualizzate sul pc del visitatore, più i conti correnti si gonfiavano.
Se ti guardi in giro oggi è ormai rarissimo vedere titoli di questo tipo. Perché?
Perché negli anni le aziende hanno cominciato a chiedersi quanto quelle pubblicità fossero davvero profittevoli per loro. Ad un certo punto hanno iniziato a pagare, a loro volta, i proprietari di questi blog per CTR e non per impressioni. Cioè il proprietario del blog non guadagnava più dal numero di visualizzazioni, ma dal numero di click reali che la pagina generava.
Una rivoluzione.
Se i clienti mi pagano ogni volta che ricevono un click sulle loro inserzioni, allora è mio interesse attirare solo persone che sono in target con quella pubblicità. Quindi il volume di traffico ha iniziato a contare sempre meno, quello che ora conta è che l’articolo avvicini persone realmente interessate alla pubblicità. Con il click bait non si guadagna più come una volta.
Ma perché allora i giornali continuano con questi strumenti comunicativi? Con questi titoli urlati zeppi di fake news?
Perché la maggior parte degli inserzionisti che facevano pubblicità sulla carta stampata oggi sono passati al web, ma non sono stati educati ai nuovi strumenti. Sulla carta stampata il click non c’è, l’unica cosa che interessa è apparire, il più possibile.
Più il giornale vende, più persone vedranno la pubblicità. Se applico lo stesso concetto al web perché ho sempre fatto così, allora sarò portato a pensare che più persone passano dal sito più persone vedranno la pubblicità. Sul web è tutto più facile e veloce e quindi la cosa è diventata devastante.
Stesso discorso per le aziende, i venditori millantano i numeri di visitatori e di visualizzazione come elementi collegati al fatturato generabile dalla pubblicità, ma non è così. Imprenditori non consapevoli continuano a cascarci, ed il sistema prosegue.
L'ultima porta disponibile
Siamo ben consapevoli che la strada che porta all’abbattimento della polarizzazione sociale e della violenza verbale è stretta e non lascia possibilità a ripensamenti. Il Covid19 ha lasciato e sta lasciando macerie enormi nella nostra società, ma da queste macerie fioriscono le opportunità per una nuova rinascita.
Per questo abbiamo deciso che il 2021 deve essere per noi l’anno dell’impegno massimo nello sviluppo di progetti sulla sostenibilità ambientale e sociale.
Stiamo progettando e mettendo in atto numerosi strumenti per sviluppare progetti che aiutino tutte le realtà ad essere sempre più sostenibili. Ma da soli non possiamo farcela, il tuo aiuto è fondamentale.
Contattaci e sostienici, chiedici un intervento sulla tua realtà, presentaci un progetto che vorresti diffondere, segnalaci casi a cui dare visibilità…. i modi per contribuire a questo percorso sono tanti.
L’unica cosa che non possiamo permetterci è fare a meno del tuo aiuto.

La SEO come elemento di produzione delle fake news
Un secondo aspetto trattato nel post è la SEO. Qui vedi un’immagine che riassume le tante sfaccettature di questa arte (arte di scrittura). Ma cos’è la SEO e cosa ha a che vedere con le fake news?
Lo facciamo spiegare al nostro narratore:
Il (o la) SEO sta per “ottimizzazione per i motori di ricerca”. Significa che quando si pubblica sul web un contenuto, è meglio farlo seguendo alcuni accorgimenti tecnici e contenutistici in modo che risulti tra i primi risultati dei i motori di ricerca vincendo la concorrenza sugli altri articoli analoghi.
Esempio:
io, lettore, vengo colpito dall’episodio della signora Nella di Rovigo. Decido così di saperne di più. Vado nella barra di ricerca del browser e cerco.
Che cosa? Parliamoci chiaro, della signora Nella a me non frega un granché. Io ho paura per me: voglio sapere se il pericolo può andare oltre la febbre della signora Nella. Allora ci vado giù pesante e scrivo questa semplice coppia di keywords, anche per fare veloce: “Astrazeneca morti”.
Immaginiamo, ed è così, che migliaia di persone ragionino come me. Google memorizza le parole più ricercate e le mette a disposizione di coloro che creano contenuti web (anche in maniera free: provate a cercare “Google Trend”).
Ed ancora:
A questo punto, arriviamo a un nuovo giornalista, di un altro quotidiano, il giorno dopo. Vuole scrivere anche lui della signora Nella e dei vaccini AstraZeneca. Allora va sul tool messo a disposizione da Google AdWords, per esempio, e digita “AstraZeneca” per sapere quali sono le parole più ricercate in relazione a quel vaccino.
Ed ecco che i risultati vengono esposti: “AstraZeneca vaccino”, “AstraZeneca quante dosi”, “AstraZeneca produzione”. Ma, di gran lunga, scopre che il più cercato è “AstraZeneca morti”. Allora, se vorrà ottenere l’attenzione dei lettori e, soprattutto, dei motori di ricerca, il nostro nuovo giornalista sa che dovrà, a sua volta, usare quelli keyword che voi stessi gli avete suggerito con le vostre ricerche allarmate. Quindi scriverà un titolo del tipo “AstraZeneca sospettata per alcune possibili morti”.
Le stesse persone che il giorno prima hanno cercato “Astrazeneca morti” su Google, ora vedranno materializzarsi i loro timori in quell’articolo e lo cliccheranno angosciati. La concessionaria è felice, perché su quella pagina c’è il banner di Qualità Oro Lavazza e quindi guadagnerà.
Il giorno dopo, le statistiche di Google faranno schizzare in alto le ricerche per “Astrazeneca morti” e l’effetto sarà che ora è lo stesso direttore a chiedere di imbastire alla bene-meglio un articolo sulle possibili morti di AstraZeneca.
Il processo è partito: una bolla informativa basata su quasi nulla, che comporta milioni di click, angosce, paure, movimenti di opinioni che continuano ad autoalimentare la bolla stessa grazie al meccanismo perverso che vi ho descritto.
Ok tanta roba direbbe uno più giovane.
Partiamo per gradi e vediamo di comprendere ogni singolo elemento al meglio. Ah per curiosità io ho utilizzato la SEO per scrivere questo articolo e la SEO per fare il video che vedi linkato in alto. Vediamo se indovini per cosa ho posizionato questo articolo e perché questa scelta…niente paura te lo rivelerò alla fine….
Che cosa è realmente al SEO e cosa centra con il vaccino Astrazeneca?
La SEO è la tecnica di scrittura per il web.
Ci permette di scalare le classifiche dei motori di ricerca, di posizionare in alto i nostri contenuti senza investire in pubblicità.
Questo sito, ad esempio, ha diversi articoli posizionati in prima pagina su Google e alcuni compaiono in prima posizione proprio grazie al lavoro di SEO che facciamo costantemente. Quindi la SEO funziona, ma non come descritto nel contenuto postato.
Partiamo da un assunto: la SEO risponde alle regole definite dai motori di ricerca e che nessuno conosce realmente. Quindi se vuoi posizionarti su Google devi intuire le regole definite (e dichiarare in maniera non esplicita) da Google.
Ora usa un po’ la testa….chiediamoci: dove guadagna Google?
Ci hai mai pensato? Si lo so che hai risposto “dalla pubblicità”, ma non è propriamente corretto.
Google guadagna dagli inserzionisti e lo strumento per fare pubblicità è Google Ads (il vecchio Adwords) con un sistema di aste. Queste aste funzionano essenzialmente su due gruppi di parametri (sono migliaia, ma non serve saperli): l’offerta e la qualità della pagina che viene pubblicizzata. Il secondo parametro conta molto più del primo.
Su Google Ads si acquistano delle parole in un’asta. Se acquisto la pubblicità per la parola “pomodoro” investendo 2€, quando la mia pubblicità sarà visibile? Tutte le volte che il prodotto Offerta*Qualità della pagina pubblicizzata sarà maggiore della concorrenza.
Ma cosa centra la qualità?
Se Google non offre contenuti di qualità il pubblico cambia motore di ricerca, se il pubblico cambia motore di ricerca lo fanno anche gli inserzionisti. Ecco perché Google premia la qualità.
Torniamo al click bait. Un parametro molto importante per misurare la qualità del sito è la “Durata del coinvolgimento” e cioè quanto tempo un utente passa sul sito. Ecco la chiave. Se fai un titolo acchiappa click, ma poi non ci metti del contenuto di qualità Google ti penalizza perché si accorge che gli utenti scappano. Non conta più il numero di visite, ma quanto queste visite durano.
Quindi cosa fa il SEO Specialist (chi si occupa di SEO)?
Trova le parole chiave di interesse per i contenuti richiesti dal cliente e poi scrive (o fa scrivere) articoli che utilizzano quelle parole chiave. L’utilizzo delle ricerche su Google Trends serve per comprendere le intenzioni e le modalità di ricerca delle persone, il livello di concorrenza per una data parola chiave e così via. Ma il numero di ricerche è totalmente slegato dalla qualità del contenuto.
Avviso ai SEO specialist: questo non è un articolo per voi, non fate gli schizzinosi sulla precisione tecnica delle descrizioni, sono volutamente semplificate…..non vi offendete (n.d.r.).
Come avviene il posizionamento dei siti sui motori di ricerca?
Argomento estremamente complesso.
I motori di ricerca utilizzano migliaia di software (bot) che scandagliano i siti e cercano di “comprendere” come essi sono strutturati e di cosa parlano. Non comprendono la semantica, la loro intelligenza artificiale è in realtà molto stupida. È come se i motori di ricerca fossero delle immense biblioteche che archiviano i nostri contenuti. Ogni contenuto viene archiviato per argomenti e parole chiave.
Quando noi cerchiamo una parola chiave, il motore di ricerca ci restituisce i migliori siti per quelle parole chiave (qualità SEO, storia, quantità di contenuti, link e centinaia di altri parametri che nessuno conosce realmente). Quindi se noi cerchiamo Vaccino Astrazeneca l’algoritmo ci ritornerà i migliori siti posizionati per quelle parole.
L’algorimo non si fermerà però a “Vaccino Astrazeneca”, ma cercherà l’argomento correlato (medicina, salute, cronaca,…) e di nuovo ci metterà un po’ più sotto i migliori siti che trattano l’argomento correlato. In parallelo guarderà alla nostra storia e cercherà di capire la nostra intenzione di ricerca, quella degli utenti come noi cercando di proporci i siti che rispondo a queste condizioni.
Semplifico un po’ il discorso, se cerchiamo la chiave “pizza” possiamo avere vari scenari:
- è ora di cena, siamo abituati ad ordinare le pizze via internet. Google ci farà vedere una lista di pizzerie.
- è metà pomeriggio, siamo amanti delle cose fatte in casa. Google ci farà vedere le ricette per le pizze.
Quindi? Il volume di ricerca di una parola chiave non centra nulla con il posizionamento di un articolo.
Il click bait sfrutta fenomeni legati al nostro comportamento, nulla ha a che vedere con la SEO, anzi spesso è in antitesi perché gli utenti non trovano contenuti di valore e scappano.
Raccontaci le tue esperienze
Le soluzioni e gli esempi di innovazione sono tanti quanti sono gli abitanti del pianeta. Ognuno di noi può trovare idee e soluzioni innovative per rispettare le persone ed il pianeta. Raccontaci le tue esperienze, le tue semplici e piccole azioni, i grandi progetti che segui.
Aiuta gli altri a fare di più. I suggerimenti interessanti saranno pubblicati nelle specifiche sezioni. Se vuoi rimanere aggiornato registrati sotto, riceverai un’email con le novità del sito solo sui temi di tuo interesse. Niente spam.
Vaccini Astrazeneca, SEO, classe politica e giornalistica
Qui viene il bello. Sempre tornando al post di prima:
I politici, che cercano solo consenso, sospenderanno AstraZeneca, certi di andare incontro all’opinione pubblica. Ed è una certezza matematica, che non ha bisogno di sondaggi. Basta andare su Google Trend.
Questo è come funziona la politica, la gestione delle pandemie, tutto, oggi.
Beninteso, il mostro in prima pagina è sempre esistito. Il meccanismo della curiosità applicato alla notizia, pure. Ma il problema è che ora è tutto enormemente amplificato, velocizzato, monetarizzato e monitorabile. In breve, abbiamo una tecnica che supporta egregiamente tutto questo: è il nostro HAL9000.
Purtroppo questo è molto vero ed è il nodo della questione.
Ne abbiamo parlato con Chiara Boriosi in una interessante puntata di #PleaseOnStage.
La nostra classe politica, la nostra classe giornalistica spesso non conosce questi strumenti. Raramente sa utilizzare bene queste tecniche.
Un giornale ha milioni di articoli scritti negli anni e quindi gode di una rendita di posizione incredibile, perché ha riempito milioni di cassettini di Google. Il problema quindi non è Google, ma come i giornalisti riempiono questi cassettini e come vengono utilizzati da noi.
Se i giornalisti non comprendono che l’utilizzo del click bait non funziona più e funzionerà sempre meno continueranno a perdere lettori, perdendo lettori perderanno investitori e quindi il loro futuro.
Google è in continuo miglioramento, ad ogni aggiornamento cerca sempre più di individuare i contenuti migliori, di “comprendere” come offrire soluzioni, identificare i migliori scrittori.
Se Google non migliora muore. Se Google è il tuo strumento per posizionarti, devi comprendere i suoi obiettivi e sfruttarli a tuo vantaggio. Se invece le tue scelte si basano sull’uso inappropriato degli strumenti web, non sono questi che sono sbagliati, sei tu che non li sai utilizzare e presto o tardi ne pagherai lo scotto.
Se utilizzi il volume di ricerca ed il relativo traffico per vendere pubblicità, prima o poi i clienti si accorgeranno che li stai fregando.
Verrebbe da chiedersi se coloro che scrivono gli articoli, e i titoli, sono consapevoli della loro enorme responsabilità. Io credo lo siano solo in parte, sono un po’ come i bulli, che non si rendono conto di quanto male stanno facendo.
E, in più, tengono famiglia.”
Tombola!!!
Allora sveliamo le carte!!!!
Questo articolo è posizionato per seguenti chiavi:
Vaccino Astrazeneca
Fake news
Ho utilizzato le tecniche SEO. Non c’è pubblicità. Ho volutamente utilizzato un titolo ed una descrizione acchiappa click, te la riporto:
Quali sono i veri problemi del vaccino Astrazeneca? Perché tanto clamore? Sei sicuro di sapere tutto? Ti svelo quello che nessuno ti dice e che trovi online
L’articolo a tuo avviso ha un contenuto di qualità? Spero di si.
Serviva un titolo acchiappa click? No, certo che no.
Ho giocato un po’ anche per dare una informazione completa a degli utenti che probabilmente cercano altro.
Se sei arrivato qui cercando conferma delle tue paure sul vaccino e stai ancora leggendo, bene avrò fatto un buon lavoro, avrò raggiunto il mio scopo: ti ho dimostrato che un uso intelligente del web si può fare. Adesso tocca a te!
Pensa si può anche lavorare bene sfruttando le tecniche acchiappa click….
Siamo costretti a vivere di click bait e sansazionalismi? No!!!
Ti stupiresti se ti dicessi che tutto il mio fatturato, tutte le commesse ed i clienti che ho mi arrivano da questo blog?
Tutto intendo proprio il 100%!!!
Ti stupiresti se ti dicessi che per scrivere un articolo in media ci metto 3-4 ore ed altrettante per fare un video?
Come faccio a vivere senza pubblicità?
Ti svelo un segreto: cerco di posizionarmi grazie alla SEO, cerco di essere competente su determinati temi, ne scrivo. Stesso discorso per il mio canale YouTube dove parlo di questi temi (hai visto il video vero? Ti sei anche iscritto al canale vero?).
Le persone mi leggono, imparano, scoprono e ad un certo punto, quando hanno bisogno di una consulenza o anche solo un consiglio mi contattano perché mi ritengono una persona autorevole su determinati argomenti. Nel tempo, quando riesco a dimostrare la mia competenza, ottengo le commesse.
Ecco, come vedi e come si chiede l’autore o autrice del post che ha ispirato questo lunghissimo e noioso articolo, fare di internet un luogo di approfondimento e di analisi è possibile.
Viverci senza svendere la propria competenza alle fake news è possibile.
Fare politica in questo modo, fare giornalismo in questo modo è possibile.
Sta a noi scegliere cosa fare e a noi scegliere chi seguire.
Non cerchiamo l’Hall 9000 negli algoritmi, cerchiamolo nella nostra ignoranza!!!