Cosa accadrà nei prossimi 10 anni?

Perché sono importanti i progetti di sostenibilità locale? In questi anni l’IPCC ha registrato, prodotto e divulgato migliaia di studi scientifici sugli scenari possibili per il prossimi anni e decenni. In genere tali scenari (e bisogna comprendere il significato di scenario per valutarlo) si sono dimostrati non solo veritieri, ma purtroppo, molto spesso meno catastrofici della realtà poi misurata dagli strumenti.

Il riscaldamento globale ci sta sottoponendo a stress ambientali peggiori di quelli previsti dagli scienziati. Quindi la risposta più semplice e veloce è: assolutamente niente di buono!

sostenibilità locale

Anomalie termiche estate 2019

Le emissioni di CO2 crescono e il riscaldamento globale continuerebbe anche se dovessimo fermarci oggi. Non possiamo più aspettare, dobbiamo trovare soluzioni oggi.

Perché spingere la sostenibilità locale? Non dovrebbero essere i governi a trovare le soluzioni?

Non c’è tempo per attendere o per alibi. I tempi sono maturi, il futuro in pericolo. Senza essere catastrofisti richiamo tre grandi crisi:

  • Crisi ambientale: il riscaldamento globale rischia di rendere invivibili molte aree del pianeta richiedendo investimenti enormi
  • Crisi sociale: chi non ha le risorse per affrontare gli sconvolgimenti ambientali si sposterà o muoverà guerre ai vicini per sopravvivere
  • Crisi economica: si stima il rischio di perdere fino al 50% del PIL mondiale a causa della crisi ambientale

Domanda: Ma se oggi dovessimo dedicare tempo e risorse alle nostre città da dove dovremmo partire secondo te?
RispostaCi sono alcuni punti chiave che sono una priorità quando si parla di sostenibilità locale. Vado in ordine sparso e non in ordine di priorità perché la priorità è legata alle specificità di ogni singolo territorio.

Consumo di suolo: basta costruire è necessario che tutti i comuni varino piani urbanistici a zero cementificazione. Senza sotterfugi. I vecchi piani possono essere ridiscussi con l’accordo degli investitori. Si possono trovare alternative, cercare soluzioni che non impermeabilizzino il suolo, invitando o costringendo l’edilizia a creare aree non impermeabilizzate o recuperare aree oggi impermeabili. Il rischio alluvioni è sempre più diffuso e fa il pari con il rischio siccità.

Riforestare le città: Dobbiamo abbattere i livelli di anidride carbonica nell’aria. Piantare alberi è un’arma potentissima. Ma ciò comporta anche ottenere maggiore pulizia dell’aria, meno spese in termini energetici e sanitari. Il verde tende a mitigare il rischi alluvioni e piogge torrenziali, riduce le bolle di calore, crea habitat per insetti ed animali. Uno strumento potentissimo in termini di sostenibilità locale ed urbana.

Semplificare la burocrazia in maniera drastica: Non possiamo costringere un’impresa a mesi di burocrazia. I giovani non la capiscono la burocrazia. Se non riesco ad aprire velocemente una start-up in Italia, con il cellulare posso aprirla dell’altro capo del pianeta. E non è un’esagerazione. Creare imprese sostenibili sul territorio vuol dire creare ricchezza e proteggere le nostre comunità.

Pensare alle nostre città come organismi complessi: L’urbanistica sostenibile come strumento per costruire socialità e benessere. Il verde come strumento aggregante. Le strade come spazi di vita e non solo come produttori di inquinamento. Le città sostenibili costano meno, sono più facili da gestire, creano più lavoro e permettono una vita più sana.

Non ci vuole molto. Non è fantascienza. Grandi metropoli come Parigi, Londra, Milano lo fanno oggi. E se è possibile nelle metropoli a maggior ragione è possibile in piccole città di provincia. Ma anche qui date il vostro contributo, non lasciate soli gli amministratori. La sostenibilità locale si crea anche con piccole idee e piccoli passi.

agricoltura sostenibile
La sostenibilità locale crea risorse e lavoro arricchendo i territori.

Lo sviluppo dei nostri territori è uno dei punti cardine di qualunque politica di gestione e sviluppo. La sostenibilità locale rappresenta oggi l’elemento cardine su cui basare una nuova crescita economica che sia però rispettosa delle risorse. Far crescere il progresso e la qualità della vita senza intaccare le risorse naturali è finalmente possibile.

Anzi è ormai l’unica possibilità che ci separa tra il baratro ed uno stile di vita più consono. Uno stile di vita che non ci costringa nei prossimi anni a forzate ed imprevedibili crisi sociali ed economiche. L’unico modo per garantire prosperità alle generazioni future di tutto il pianeta. Aspettare gli altri è solo un alibi alla nostra incompetenza.

Imprese sostenibili e resilienti

D: E per le imprese? Cosa suggeriresti ad un candidato sindaco di fare per far crescere il tessuto imprenditoriale?
R: A mio avviso serve un grande piano nazionale di semplificazione e digitalizzazione portato a tutti i livelli. Industria 4.0 è stato un esempio, ma aveva molti problemi. Inizialmente non è stata pensata prioritariamente per le PMI e per i servizi anche se poi è stata migliorata.

Manca ancora un sistema in cui i dati in possesso della PA vengano realmente incrociati per rendere più efficace la macchina pubblica. Se tali dati venissero davvero aperti (Progetto Open Data) potrebbero diventare una risorsa incredibile per un’infinità di imprese. Il loro utilizzo aprirebbe vantaggi enormi anche per la PA.

D: Cosa possiamo fare oggi che siamo in campagna elettorale? [ndr.: domanda riferita a Mantova 2020]

R: Se fossi candidato sindaco proporrei sicuramente un assessorato alla semplificazione e al taglio degli sprechi con potere diretto sulla redazione del bilancio. Non un assessorato marginale, ma un assessorato cardine. Creerei una delega specifica al lavoro trasversale tra l’assessorato al bilancio, l’assessorato all’ambiente e l’assessorato alla cultura. Potrebbe essere uno strumento molto potente per la creazione di lavoro e promozione della sostenibilità locale.

Sostenibilità locale vuol dire soprattutto creare lavoro di qualità per le persone e il territorio

Ci sono risorse incredibili in ogni comune e regione fino al livello statale che vengono ogni giorno sprecate. Dalle politiche di manutenzione del territorio (si pensi ad esempio all’apparente banalità della cura del verde, all’adattamento ai cambiamenti climatici) alla gestione dei grandi rischi da riscaldamento globale.

Infine creerei una delega specifica alla gestione delle banche dati che non sono mai state realmente aperte e messe a disposizione dei cittadini. Pensate quante start-up digitali potrebbero nascere se i dati della PA venissero resi pubblici (con criterio ovviamente) e quanti soldi si potrebbero recuperare per altri usi.

Queste politiche le deciderei con un tavolo allargato alle imprese. Un vero tavolo di concertazione per il territorio e la sostenibilità locale.

Le imprese non hanno bisogno di sussidi.

Le imprese hanno bisogno di poter fare in tranquillità ed onestà il loro lavoro. Nulla è meglio di un piano chiaro e lungimirante di innovazione e snellimento della burocrazia, a mio avviso. Abbiamo ragazzi con idee. Diamo loro la possibilità di mettere gambe.

Facciamo piani di supporto con le banche in modo che possano valutare i loro progetti e non solo i loro patrimoni. In questo un comune può erogare servizi di micro-credito o meglio di fondi di garanzia rotativa.

Un comune può dare spazi per avviare attività a costo nullo. Un comune può implementare reti di innovazione.

Un comune può organizzare eventi a supporto della formazione imprenditoriale dei giovani coinvolgendo ad esempio gli imprenditori anziani del territorio e professionisti che si occupano di innovazione.

Un comune può fare tantissimo a costi bassissimi in realtà. Basta avere un po’ di fantasia e l’umiltà di studiare.

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