Qual’è il significato di smart working?

In questi giorni siamo tutti impegnati a lavorare, parlare, discutere in smart working. Sbagliato, probabilmente non hai capito il significato di smart working!!!

Pochi, pochissimi di noi stanno davvero sfruttando questo periodo per fare un lavoro in maniera intelligente. Si perché il significato di smart wrking è lavoro intelligente. Invece in Italia lo traduciamo spesso con lavoro tecnologico. Ecco che fare una riunione con uno strumenti tecnologico invece che in presenza diviene subito smart working. Assolutamente no, quello è telelavoro, lavoro a distanza, lavoro agile o come meglio volete definirlo. Il significato di smart working è lontano anni luce da ciò.

Per comprendere il significato di Smart Working dobbiamo immaginarlo come un processo di cambiamento della struttura aziendale e non solo del modo di lavorare. Un processo che richiede un’attenta analisi degli obiettivi e delle motivazione con l’individuazione delle priorità aziendali e le relative soluzioni tecnologiche.

Per fare smart working si deve prima di tutto agire sulla cultura del management che deve prevedere una mentalità molto differente. Si deve lavorare profondamente sul livello delle competenze sia dei dirigenti che dei lavoratori stessi. Naturalmente formarsi e migliorare il porprio livello di competenze richiede in questa fase anche una scelta di adeguate soluzioni per la formazione a distanza.

Ma migliorare le proprie competenze non basta, è necessario cambiare profondamente il modello organizzativo e perfino il layout della struttura edilizia e degli arredi.

Ok ora che inizi a capire il vero significato di smart working, credi ancora che quello che stai facendo sia lavoro intelligente? Capito che fare qualche riunione con un software di video conferenza, vedersi in faccia con un fiammante paio di cuffiette, trovare un angolo di casa che sia elegante e racconti quello che non siamo non è smart working. Stai facendo un errore capitale, se non comprendi tutto ciò. Se sei un imprenditore e pensi che sia sufficiente introdurre queste metodologie di lavoro a distanza per migliorare l’operatività della tua azienda, stai inserendo nei tuoi modelli di business degli elementi disfunzionali che prima o poi pagherai.

 

Ma allora che differenza c’è tra smart working e telelavoro?

Lo smart working è un modello lavorativo che deve mirare ad un miglioramento della qualità della vita. L’obiettivo primario dell’introduzione di questo modello di lavoro deve sempre essere quello di ottimizzare i tempi di lavoro ed i tempi di vita. Si deve mirare a ridurre i tempi di lavoro, ma a renderli più produttivi ed efficaci. In tutto ciò l’innovazione digitale viene introdotta come una spezia in un buon piatto di alto livello. Quanto basta, al momento giusto e soprattutto solo la spezia adeguata ad esaltare il sapore delle materie prime.

Lo smart working lo riconosci perché via via riduce lo stress, migliora le relazioni intra- ed inter-funzioni, migliora il passaggio di informazioni e competenze, migliora il clima aziendale e le relazioni con i clienti. La tecnologia è fondamentale perché comunque si parla di percorsi di Digital Transformation nei luoghi di lavoro e quindi vanno progettati percorsi di introduzione di tecnologie avanzate per connettere persone, spazi, oggetti ai processi di business, con l’obiettivo di aumentare la produttività, innovare, coinvolgere persone e gruppi di lavoro. Non solo tecnologie per comunicare e “videoconferenziare“.

Lo Smart Working è quindi un paradigma che prevede la revisione del modello di leadership e dell’organizzazione, incentrando i processi aziendali sulla collaborazione e favorendo la condivisione di spazi e dei tempi aziendali. Quindi il tempo e lo spazio prescindono dai confini aziendali, li inglobano in un concetto più ampio che ha come centro la collaborazione per produrre innovazione e creatività, che divengono i veri luoghi di vita del personale. Un concetto più difficile da spiegare che da realizzare se il management è pronto e predisposto a innovare se stesso prima di tutto.

Vuoi verificare se sei una smart company?

Per introdurre lo smart working bisogna essere una smart company, un’azienda con una dirigenza innovativa ed aperta, in grado ci mettersi in discussione e di innovare i modelli di business per far crescere fatturato e migliorare il clima aziendale. Se pensi di poter avviare un progetto di questo tipo e vuoi un supporto iniziale e  gratuito, scrivici un po’ di te. Ti contatteremo per valutare le tue motivazioni.

Non tutti sono pronti per lo smart working, non ci rimanere male se ti diremo che non lo sei.

Differenza tra smart working e telelavoro

Concilio meglio la vita famigliare con il lavoro.

Andare in azienda è un piacere.

Passo in ufficio molto meno tempo, ma la produttività è schizzata alle stelle.

Il rapporto con i colleghi ed i clienti è migliorato in maniera sostanziale

Ho davvero un ufficio bello e in cui è piacevole stare.

Se stai facendo smart working ti ritrovi in una o molte di queste frasi. Altrimenti, fai telelavoro.

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Lo smart working in Italia

L’attenzione allo smart working in Italia non nasce con la sua legge istitutiva, la riforma Madia, ma con l’emergenza Coronavirus. Il 1 marzo 2020 il governo emette un DPCM che a tappe forzate introduce l’obbligo dello smart working in Italia per tutte le aziende dove ciò è possibile e per tutte le figure della PA che non hanno stretta necessità di stare in ufficio.

A questo decreto seguono varie facilitazioni che vanno ad integrare quanto già definito dalla riforma Madia, che però era stata ignorata dalla maggior parte delle aziende.

Ma perché lo smart working in Italia è così poco diffuso?

Per prima cosa dobbiamo analizzare il tessuto industriale ed imprenditoriale italiano. Abbiamo una grandissima percentuale di PMI a gestione famigliare e quindi abituate a dinamiche relazionali consolidate. Dinamiche che portano in azienda come modelli relazionali d’impresa. In queste aziende esiste spesso un patriarca che vuole tutta la famiglia intorno a se ed estende questo concetto ai dipendenti. Si passa sottilmente al concetto di controllo di tutto ciò che accade in azienda, come un padre con i figli minori. Questo modo di gestire le aziende fornisce spesso anche un malcelato senso di potere e di appagamento nell’impersonificazione dei successi dell’azienda nelle capacità e nei modelli introdotti dal fondatore. Scalzare queste modalità è molto complesso e richiede uno sforza personale dell’imprenditore davvero importante. Proviamo con questo articolo a dare un piccolo contributo alla diffusione dello smart working in Italia.

Nonostante tali difficoltà vediamo che lo smart working in Italia cresce. In parte grazie al ricambio generazionale che comporta necessariamente un forte innovazione, in parte per le mutate condizioni socio-economiche, in parte per le novità tecnologiche e la diffusione della banda larga. Insomma grazie a tante concomitanze la direzione pare segnata nonostante la grande resistenza al cambiamento.

Tale cambiamento è dimostrato da uno studio dell’Osservatorio Smart Working della School of Management del Politecnico di Milano, “Smart Working: una rivoluzione da non fermare”, condotto su 183 aziende di grandi dimensioni, 501 PMI, 358 Enti Pubblici e che ha coinvolto, con il supporto di Doxa, un campione 1000 lavoratori.

Per Fiorella Crespi, direttore dell’Osservatorio, lo smart working in Italia presenta queste caratteristiche:

«La ricerca rivela come nel settore privato lo Smart Working sia un fenomeno inarrestabile. Nelle grandi imprese si nota una forte crescita, mentre nelle PMI lo Smart Working stenta a decollare, perché permane uno zoccolo duro di disinformazione e resistenza culturale. Nella PA dove ci saremmo aspettati una maggiore diffusione trainata dalla sforzo normativo e dalle scadenze fissate dalla legge Madia, lo Smart Working resta un fenomeno di nicchia. La pubblicazione della legge sul Lavoro Agile ha avuto in sé un effetto promozionale ma, per lo meno nel privato, gli adempimenti formali introdotti dai regolamenti di attuazione rischiano di controbilanciare l’effetto positivo di un quadro normativo più chiaro».

Le offerte per lo smart working sul mercato

Se provi ad utilizzare Google o un qualunque motore di ricerca per verificare la penetrazione delle offerte per lo smart working in Italia, ti accorgerai quanto sia davvero poco diffuso. In prima pagina difficilmente troverai un bilanciamento tra domanda ed offerte per lo smart working e telelavoro. Mentre la parola chiave “offerte per lo smart working” e permette a molti operatori di mercato di offrire soluzioni lavorative ampie e strutturate, la stragrande maggioranza dei risultati saranno invece proposte di telelavoro e ancor di più mere soluzioni cloud o tecnologiche totalmente slegate da elementi organizzativi, relazionali o strutturali dell’impresa.

Siamo ancora fermi al palo e il cambiamento culturale nelle PMI e nelle PA è difficilmente avviabile se chi oggi offre soluzioni per il telelavoro le identifica come smart working ingenerando confusione e poca informazione.

Smart working e telelavoro non sono la stessa cosa

Il telelavoro può essere un valido ausilio intendiamoci. Evitare inutili trasferimenti e viaggi, lavorare su documenti condivisi e così via sono elementi di ausilio, anche se introdotti in via estemporanea e senza un progetto. Ma possono essere pericolosi perché spesso non se ne comprende la finalità, perché vi è una resistenza al cambiamento, perché a volte intrudono nella vita personale e famigliare (lavoro da casa ma ciò mi toglie tempo per la famiglia).

Se vuoi quindi introdurre lo smart working non partire subito dalle tecnologie. Di seguito ti lasciamo un elenco di attività da fare in ordine di priorità temporale. È molto importante, se vuoi costruire davvero un progetto di efficientamento della tua impresa, seguire l’ordine che ti fornisco di seguito, anche se ti sembrerà strano. I risultati di anni di lavoro ci danno ragione.

Cos’è lo smart working

Per riassumere lo smart working è un vero e radicale processo di riorganizzazione aziendale.

Come tutti i processi di riorganizzazione aziendale si basa su alcuni cardini:

  1. Mutamento culturale del management
  2. Definizione di priorità ed obiettivi
  3. Cambiare il modello organizzativo in ottica smart working
  4. Adeguamento del layout aziendale (struttura fisica degli spazi)
  5. Adeguamento tecnologico
  6. Adeguamento relazionale
  7. Adeguamento comunicativo
smart working in italia

1. Mutamento culturale del management verso lo smart working

Per cambiare un’impresa bisogna cambiarne prima di tutto al testa. Ce lo insegnava la prima edizione dell’ISO 9001.

Qualunque progetto di smart working non può prescindere dal diretto coinvolgimento della direzione aziendale. Ciò però non basta. È l’inizio del cammino. La direzione aziendale deve definire ed esplicitare degli obiettivi aziendali. Tali obiettivi devono rispondere almeno alle seguenti domande:

  1. Perché voglio introdurre degli strumenti di smart working?
  2. Quali settori/aree/compartimenti saranno coinvolti e con che gradualità?
  3. Quali risultati voglio raggiungere?
Se la direzione aziendale non sposa lo smart working, non lo faranno i dipendenti

Comprendere chi si è e dove si vuole arrivare è fondamentale. Lo smart working è un percorso di modifica profonda dei fondamentali processi aziendali. Agisce su consolidate prassi modificandole. Ciò non può avvenire se l’imprenditore e la dirigenza non ha ben chiare le motivazioni per cui sarà proficuo in quella determinata azienda ed in quel preciso periodo, introdurre nuove modalità organizzative.

Le risposte a queste domande vanno condivise con tutta l’organizzazione. Possibilmente è opportuno coinvolgere il più possibile l’organizzazione nella successiva fasi di definizione di target precisi e indicatori di valutazione del risultato. 

2. Definizione di priorità ed obiettivi

Come tutti i processi aziendali la direzione deve definire obiettivi e target con relativi KPI. Ancora meglio i target dovrebbero essere definiti in maniera condivisa dai diversi livelli aziendali e non meramente calati dall’alto. In questa fase infatti si costruisce realmente il successo di un processo di transizione allo smart working.

Ricordo che i target devono essere misurabili (con adeguati KPI), raggiungibili e realistici e per ogni target devono essere definite adeguate risorse.

Definiti gli obiettivi ed i target la direzione aziendale dovrebbe stilare una road map con step di avanzamento del progetto ed a ogni step ci deve essere un passaggio di verifica e controllo con relativa modifica del percorso per quanto non adeguatamente raggiunto. Non avere fretta è fondamentale. Ogni passaggio deve comportate ottimizzazioni e non disfunzioni e quindi richiede il tempo per essere assimilato del personale.

3. Cambiare il modello organizzativo in ottica smart working

Come abbiamo detto una delle prime cose da fare dovrebbe essere coinvolgere il personale. Questo processo permette di condividere ogni fase del processo. Affinché ciò accada è assolutamente necessario attivare l’ascolto. Ogni richiesta o suggerimento deve essere attentamente valutato e ad esso deve essere data una risposta. Non si deve introdurre l’anarchia. Non si devono supinamente accettare tutte le richieste o i suggerimenti. Ma rispondere a tutti motivando anche i dinieghi è molto importante. Applicate le metodologie del customer care e vedrete che non commetterete errori.

Lo smart working è prima di tutto un modello organizzativo

Un altro aspetto fondamentale nei processi di innovazione aziendale e quindi anche nell’introduzione di modelli di smart working, è la responsabilizzazione. Cioè ogni proposta accettata deve vedere una certa dose di coinvolgimento alla realizzazione da parte del proponente. Deve essere vissuta come un premio e non come una punizione per non vanificare il progetto. Però rendere responsabili i dipendenti della realizzazione di un pezzo del progetto aziendale è l’elemento cardine per la sua facile e proficua realizzazione.

4. Adeguamento del layout aziendale

Inutile nasconderci dietro un dito, un ambiente confortevole è già metà del lavoro. Ma quali sono le modifiche o gli aspetti progettuali da introdurre o valutare in un layout che possa rendere un ambiente generativo di innovazione?

Prima di partire dai consigli veri e propri vediamo quando uno spazio riesce a facilitare la creatività. Ecco gli aspetti principali, un ambiente deve essere:

  1. Confortevole: ogni dipendente deve sentirsi a suo agio
  2. Personalizzabile: ci piace sentirci “a casa” e vedere che lo spazio in cui viviamo ci rappresenta
  3. Accogliente: dobbiamo sentirci felici e tranquilli nell’accogliere clienti e colleghi
  4. Abilitante: il confronto e la relazione sono il sale dell’innovazione. Gli spazi devono essere pensati perché favoriscano le relazioni anche definendo percorsi specifici
  5. Offrire spazi per gli incontri informali
  6. Rilassante: permettere spazi per sé in cui fermarsi a riposare, meditare, riflettere, spazi con arte verde e musica

Questi sono solo alcuni esempi di adeguamento degli spazi per renderli generativi. Uno spazio generativo è uno spazio che permette lo sviluppo della creatività. Di fatto l’obiettivo deve essere quello di trasformare l’ufficio da spazio di lavoro a luogo di vita. Dove lo spazio è qualcosa di fisico e impersonale, mentre il luogo è qualcosa di personale che ospita una comunità e ne facilita le relazioni. Un luogo è riconosciuto, identificato e vissuto. Uno spazio è meramente attraversato.

5. Adeguamento tecnologico

Ufficio in cloud

Uno dei primi strumenti tecnologici introdotti o da introdurre in un’azienda è l’utilizzo di strumenti in cloud.

Banalmente un cloud è un hard disk virtualizzato online. Cioè invece di accedere al disco del tuo pc lavori direttamente online dove trovi tutto il tuo materiale di lavoro. Il cloud offre certamente notevoli vantaggi in termini di affidabilità perché il disaster recovery, la privacy e la tutela dei dati è demandata ad aziende che fanno tutto ciò per mestiere. Il lato negativo di un cloud è certamente il fatto che se per qualche motivo sei isolato dalla rete se non hai un clone locale del materiale non puoi accedere alle informazioni. Tale problema in realtà non esiste per le soluzioni più avanzate che ti permettono di avere localmente una copia sincronizzata di tutto. Le copie in locale permettono di superare anche un altro problema che è rappresentato dalla eventuale scarsità di banda per cui si lavora in locale e il cloud aggiorna nei momenti di banda ottimale le informazioni.

GSuite soluzione perfetta per lo smart working

GSuite è mio avviso la soluzione in cloud più competitiva del mercato. Oltre alla solita condivisione dei file con politiche di privacy moderne, puoi scalare facilmente le funzionalità ed offre un prezzo assolutamente accessibile. Inoltre molti degli strumenti sono disponibili gratuitamente per cui puoi famigliarizzare e utilizzare la piattaforma a costo zero.

Fanno parte della suite molte applicazioni notissime che, nella versione a pagamento, offrono estensioni di funzionalità anche molto importanti e interessanti. Le principali applicazioni sono:

  1. Drive per la gestione dei file e l’archiviazione
  2. Office per gli applicativi da ufficio e la produttività
  3. Gmail per la gestione delle email permettendo di gestire anche gli account email aziendali
  4. Calendar con calendari aziendali condivisi
  5. Meet per videoconferenze leggere e aperte fino a 250 utenti contemporaneamente
  6. La possibilità di gestire gruppi per modalità avanzate di privacy e molto altro
  7. Migliaia di app gratuite per la gestione delle più disparate necessità lavorative e di svago

Sistemi Operativi

Un tema molto importante se non vuoi, se non puoi, ma anche se hai scelto l’opzione cloud è quale sistema operativo installo sul pc. Ad oggi la soluzione che rimane ottimale per costi, sicurezza, usabilità ed interoperabilità con il resto del mondo è sicuramente Ubuntu Linux. Si non ti cito Microsoft Windows e nemmeno Apple.

I motivi sono essenzialmente tre:

  1. Costi: Ubuntu Linux è gratuito e il costo dell’assistenza è enormemente inferiore a windows perché ne hai bisogno molto meno
  2. Durabilità dell’hardware: Linux è molto meno esigente di risorse e quindi i costi per cambiare macchina sono molto più bassi. Costi sia per l’impresa che per l’ambiente
  3. Facilità di utilizzo: si linux è enormemente più facile da utilizzare. L’approccio a volte è un po’ disorientante perché linux ti addestra a fare le cose in maniera sbagliata, spesso.

Non neghiamo però l’evidenza. Ci sono alcune, limitate, problematiche che potrebbero renderti impossibile utilizzare Ubuntu. Sono poche  e sempre meno, però in questo ci viene in aiuto di nuovo linux. Prova prima con un usb live e testa il sistema operativo per essere certo che tutto il necessario funzioni e senza installare nulla. Secondo virtualizza.

Gestione dei processi aziendali

Se la tua azienda ha coinvolge più di 10 persone tra fornitori, dipendenti, collaboratori e forza vendita potresti iniziare ad avere bisogno di un CRM. Un CRM è uno strumento che automatizza i flussi aziendali coordinando con specifiche azioni i vari settori funzionali dell’azienda.

Un CRM prende in cari un’opportunità e la comunica alla forza vendita permettendo di emettere preventivi e contratti. Passa le informazioni al personale in produzione quando una commessa è acquisita. Gestisce le forniture e i vari passaggi interni. Informa il cliente dello stato avanzamento del lavoro. Comunica alla logistica la conclusione del prodotto. Segnala all’amministrazione l’avvenuta chiusura di una fase contrattuale. In realtà può fare molto ma molto di più.

Un CRM permette di mantenere ordinato e dimensionato ogni processo aziendale. In questo non abbiamo dubbi nel consigliare VTiger come soluzione per tutti. In Italia ci sono ottime aziende che offrono supporto e consulenza. Il CRM è Open Source e gratuito. Quindi devi pagare solo per la sua gestione.

Gestionali aziendali

Aprire un processo di smart working vuol dire avere anche a portata di mano tutto il sistema gestionale aziendale. Non entro nel merito di soluzioni enterprise. Ne trovi molte e spesso specifiche per il tuo settore. Tutte o quasi permettono la virtualizzazione delle attività. Per cui basta configurarli per bene per rendere automatiche moltissime attività eliminando carta e procedure inutili.

Se invece sei un professionista vorrei segnalarti Ninja Invoice. Non è semplicemente un sistema per emettere fatture. Questa piattaforma ti permette facilmente di gestire progetti e task per controllare i carichi di lavoro effettivi. Puoi caricare tutte le anagrafiche clienti e fornitori ed emettere preventivi, fatture, rimborsi, note e tutto il necessario. Inoltre puoi pubblicare delle mini landing pages dove il cliente accederà con password personale e potrà accettare e scaricare preventivi, contratti e fatture. Il tutto in automatico e con estrema semplicità. Infine una fantastica dashboard che ti riassume tutto ciò che serve tenere sotto controllo della tua vita da professionista.

Video conferenze

Uno dei primi strumenti che si prendono in considerazione quando ci si avvicina allo smartworking sono sicuramente i software per le video conferenze. Se hai scelto una versione di Gsuite avrai a disposizione l’ottimo Meet. Se invece hai semplicemente un account google potrai utilizzare Hangouts che però presenta molte limitazioni. Ci sono tanti software online con spesso profili limitati e gratuiti. Io ti consiglio però una soluzione professionale, gratuita e naturalmente Open Source. Si chiama Jitsi ed offre tutto ciò che ti offrono i software professionali. Gratuitamente. Ecco cosa potrai fare con Jitsi:

  • Riunioni con profilo aziendale fino a 100 utenti contemporaneamente e gratis
  • Condivisione schermo
  • Chat con emoticons
  • Possibilità di alzare la mano
  • Streaming in diretta su Youtube
  • Registrazione della sessione su DropoBox
  • Condivisione in stanza di video di Youtube
  • Possibilità di silenziare il gruppo
  • Statistiche di call
  • Call criptata
  • Estensione di Chrome per creare eventi a calendario

Solo Jitsi ti garantisce tutto questo in modalità sicura, Open Source e gratuita. Però non dimenticare di fare una donazione. Tutto ciò è regalato non dimenticare, un aiuto alla community è il minimo.

Organizzare eventi e riunoni

Smart Working è anche sinonimo di mobilità intesa come vita di lavoro in luoghi sempre differenti o comunque molto differenti. Per condurre in maniera ottimale le attività senza perdere nulla è necessaria una gestione a calendario di ogni appuntamento, call, evento, riunione e così via. Oggi il miglior calendario, sempre a mio parere, è senza dubbio Google Calendar. Sia perché si interfaccia con tutti gli strumenti di Google, sia perché essendo un punto di riferimento la maggior parte degli strumenti per smart working prevedono applicativi per interfacciarsi a GC.

Consiglio di interfacciare Google Calendar con il calendario eventi del tuo sito e con Eventbrite. Il tutto avrà la massima visibilità e organicità sia per i dipendenti che per i clienti.

Email ed automazioni

L’email marketing rappresenta certamente uno dei punti cardine di qualunque strategia comunicativa. Oggi le piattaforme che ti permettono si rendere davvero utile tale strumento sono tante. Come al solito noi ti consigliamo soluzioni Open Source per tantissimi motivi. Ma se vuoi approfondire il tema sul nostro sito troverai tante informazioni. Parti dall’approfondimento sui principali e più diffusi software sul mercato.

Aggregatori di notizie

Chi non ha bisogno di essere informato prontamente oggi? E chi può permettersi una rassegna stampa con un dipendente che la fa tutte le mattine? Ed una rassegna web? Ormai nemmeno le grandi imprese prevedono più queste figure. Basta utilizzare un aggregatore di news. Si tratta di software che con ricerche online cercano articoli per noi e ci propongono alla frequenza desiderata. Ce ne sono decine, anzi centinaia e quindi orientarsi nel panorama è molto complicato.

Per me la soluzione migliore è Google News un’estensione per Chrome che rende la vita davvero facile. Ci piace perché è semplice, veloce e facilmente configurabile ed è totalmente gratuita, il che non guasta. 

Social media management

Gestire tanti profili e pagine social è complesso, ma non possiamo evitare di fare le cose per bene se vogliamo essere professionali. La pratica di sincronizzare automaticamente più canali social è fortemente deprecata da anni. Allora utilizzare un software per il media management, anche se non siamo professionisti, è molto utile. Il mio consiglio è per PostPickr che già nel suo piano gratuito ti permette una gestione molto avanzata di tre social network. 

Analisi dei dati e delle performance

Quando si lavora in Smart Working risulta importantissimo tenere sempre sotto controllo decine di metriche e di dati di performance. Abbiamo già visto quanto sia importante raccogliere dati per una corretta gestione delle nostre strategie aziendali. Non basta più analizzare solo i dati relativi alle performance di prodotto o servizio, alle vendite ed al marketing. Inoltre le fonti di questi dati sono eterogenee e provengono da decine di fonti differenti. Risulta quindi complesso e difficile avere sotto un unico report tutte le informazioni.

Smart Working e analisi dei datiEsistono numerosi strumenti online che risolvono questi problemi, ma spesso i costi sono importanti. Esiste però la soluzione gratuita. Stiamo parlando di Google Data Studio. Una piattaforma di aggregazione dati e visualizzazione potentissima. Permette di unificare dati da fonti remote e locali ed importarli in un unico set di visualizzazione facilmente configurabile in tabelle, grafici e tutto quello che ti serve. Inoltre, una volta impostato, il report può essere inviato periodicamente a chiunque via email. Insomma uno strumento potentissimo.

Se invece hai necessità di fare analisi strutturate e dinamica, magari anche on un pizzico di Machine Learning, la soluzione gratuita e Open Source esiste, anche se la curva di apprendimento non è proprio banale. Stiamo parlando di Jupyter Lab e del mondo delle librerie python collegate. Puoi fare tantissimo compresi progetti di Machine Learning molto complessi per valutare e prevedere come la tua azienda, il tuo mercato e i tuoi clienti si muovono e come andrebbero orientate le tue azioni. Insomma un set di strumenti davvero potenti, ma per i quali è necessario avere un discreto set di competenze.

Raccontaci le tue esperienze

Le soluzioni e gli esempi di smart working in Italia sono tanti quante sono le aziende probabilmente. Ognuno di noi può trovare idee e soluzioni innovative per lavorare in maniera intelligente. Raccontaci le tue esperienze, le tue semplici e piccole azioni, i grandi progetti che segui. Aiuta gli altri a fare di più. I suggerimenti interessanti saranno pubblicati citando l’autore. Se vuoi rimanere aggiornato registrati sotto, riceverai un’email con le novità del sito solo sui temi di tuo interesse. Niente spam.

6. Adeguamento relazionale

Man mano che implementiamo le risorse o le strategie che hai visto giunge il momento di una corretta relazione con i dipendenti ed il personale aziendale in genere.

Nei processi di introduzione dello smart working l’adeguamento relazionale è sicuramente una delle cose più complesse. Per adeguamento relazionale allo smart working intendiamo quelle modalità comportamentali che nascono dopo l’introduzione dello smart working in azienda e che non devono causare disfunzioni.

Uno dei problemi tipici dello smart working e del telelavoro in generale è che in breve le relazioni rischiano di sfilacciarsi a discapito della qualità del servizio erogato o della qualità di produzione. Il livello di innovazione cala e il tutto comporta più inefficienze che vantaggi. Per evitare tutto ciò abbiamo visto quanto sia importante modificare sia il layout che i servizi alla qualità della vita in ufficio. Permettere di rendere accogliente e confortevole la permanenza sul luogo di lavoro. Sembra un paradosso, ma non lo è. Dobbiamo aumentare la qualità delle relazioni, non la quantità.

Lo smart working deve accorciare le distanze e migliorare le relazioni

In una prima fase però si dovranno implementare azioni pro-attive e non rimanere in attesa che tutto si adegui passivamente. Iniziare a costruire momenti e luoghi di incontro e facilitare la nascita di nuovi modelli relazionali. Se on facciamo ciò l’impresa ne risentirà.

La gamification è uno degli elementi più importanti, ma non il solo e non basta. Se vuoi valutare ed introdurre dinamiche relazioni utili a facilitare lo smart working non esitare a contattarci. La ricetta non esiste e diffida da chi ti consiglia soluzioni preconfezionate. La fase più delicata di un progetto di smart working innovativo non può prescindere da una analisi puntuale e di dettaglio delle TUE esigenze specifiche.

7. Adeguamento comunicativo

Un po’ di sano marketing non guasta mai. Se innovi, se introduci processi o modelli migliori, più efficienti e a maggiore qualità perché tenerlo nascosto?

Narrare le tue vicende è molto importante ed è il sale dell’inbound marketing.Raccontare i miglioramenti aziendali può garantirti una crescita della qualità d’immagine del tuo brand.

Non avere paura di confrontarti con i tuoi clienti. Sin dall’introduzione dello smart working e delle relative difficoltà per arrivare ai miglioramenti ed ai successi.

Ancora meglio fai parlare il tuo personale ed i tuoi clienti, rendendoli protagonisti del cambiamento.

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