Il contesto ambientale e sociale in cui nascono le Comunità Energetiche Rinnovabili e Solidali è estremamente complesso per non dire complicato. Alle varie crisi dobbiamo aggiungere segnali e scricchiolii di una crisi economica dietro l’angolo.

L’emergenza climatica

Inutile girare intorno al nulla ed alla mistificazione: l’emergenza climatica è il grande problema di questo secolo. Più importante di qualunque altro problema tu abbia in mente perché mette a repentaglio il modello sociale che abbiamo costruito e su cui si basa il nostro progresso.

Conoscere almeno per sommi capi i grandi problemi del nostro secolo è quindi fondamentale per poter poi promuovere le CER e parlare di futuro e nuovi modelli economici, sociali ed ovviamente ambientali.

Spiegare alle persone dati spesso non facili da comprendere con esempi pratici, comprensibili e vicini è fondamentale.
In questo breve video ti porto alcuni degli esempi che utilizzo io durante i miei interventi. Attenzione è molto importante apprendere lo struemento non copiare i contenuti. Ognuno ha approcci specifici e “sente” alcuni temi più di altri.

Comprendere cosa ti tocca in prima persona è utile per aggiungere pathos al tuo intervento, comprendere cosa tocca chi ti ascolta è invece importante per aggiungere efficacia a ciò che dici.

Prima di un intervento quindi trova esempi e problemi che ti colpiscono in maniera particolare e tra questi scegli quelli che possono essere efficaci per destare l’attenzione del tuo pubblico.

Tutto ciò che dirai dovrà comunque sempre essere basato su dati o situazioni reali per quanto possibile.

L’emergenza economica

Ricordiamo tutti la crisi finanziaria del 2008, una crisi che vide esplodere la bolla di carta legata alla speculazione edilizia americana e che tirò dietro di sé mezza economia mondiale.

Tutti abbiamo pensato che quella bolla non si sarebbe ripetuta più perché gli stati e i regolatori promisero, e misero in atto, una serie di strumenti atti a bloccare un sistema speculativo che produceva soldi semplicemente costruendo un’economia falsa e basata sul nulla.

Invece questo modello è continuato in maniera sempre più forte ed importante. È di fatto bastato cambiare nome agli strumenti finanziari che causarono quella bolla. Oggi questo tipo di finanza è così diffuso che è alcuni ordini di grandezza superiore alla bolla del 2008.

Inoltre questo sistema è diventato anche un sistema tipico degli stati. Negli ultimi anni si è stampata una quantità di denaro come non mai nella storia dell’umanità. Se la quantità di denaro cresce, automaticamente il suo valore diminuisce, si chiama inflazione.
Storicamente uno strumento per combattere l’inflazione è stato l’uso dei tassi di interesse. Alzando i tassi di interesse si innalza artificialmente il valore del denaro rendendolo di nuovo più forte e abbattendo l’inflazione. In questo gioco gli economisti ci dicono che l’inflazione “sana” dovrebbe attestarsi intorno al 2%.

Il problema è che se si innalza il costo del denaro le imprese ed i cittadini faticano a chiedere prestiti e vedono aumentati i costi degli strumenti finanziari che utilizzano (crescono gli interessi dei mutui e dei finanziamenti per fare solo un esempio). Ciò comporta una maggiore difficoltà delle imprese a crescere e sviluppare l’economia.

Storicamente si è sempre pensato che giocando con queste due leve si può regolare l’economia facilitando gli investimenti o il risparmio, stimolando la crescita alla bisogna.

Si è però dimenticata una cosa: siamo in una pianeta finito e la crescita infinita non è possibile. Ecco perché oggi gli economisti si trovano di fronte ad uno scenario nuovo, queste due leve non agiscono come vorrebbero.

Come capita spesso quando uno strumento economico non funziona invece di mettere in discussione il modello gli economisti si inventano eccezioni al modello (come la stagflazione ad esempio). In questo caso gli economisti non riescono a giustificare l’attuale situazione e senza molti pudori ci dicono che siamo in una situazione nuova.

A mio avviso (e ad avviso di molti autorevoli scienziati non essendo io un economista) il concetto è invece molto semplice da spiegare: siamo al capolinea. Non abbiamo più risorse per crescere ancora ed il pianeta ci sta presentando un conto che i modelli economici non possono accettare perché mette in crisi la base dell’economia moderna: la crescita è infinita.

L’emergenza sociale

La pandemia da Covid19 ha messo in evidenza una crisi sociale profonda e che mette radici nel secolo precedente.

La spinta all’individualismo, la promozione delle partire iva (per farti solo un esempio) la nascita del cosiddetto “solopreneur” un imprenditore che lavora costantemente da solo, sono solo alcuni esempi di come l’individualismo sia stato una vera politica sociale.
Si è mistificata la realtà scambiando il concetto di libertà con quello di solitudine (lavorativamente parlando) e si è pian piano esteso questo concetto all’intera società.

Il Covid19 ha dato la sua mazzata costringendoci ad un lungo periodo di isolamento e creando un nuovo concetto: l’isolamento sociale. Si è scambiato l’isolamento fisico per l’isolamento sociale, la distanza fisica con la distanza sociale. Le parole hanno un peso e costruiscono frames mentali difficili da scardinare.

Questi concetti li tratto approfonditamente nel mio libro, non è questa la sede per trattarli e se vuoi leggerlo per te è in vendita ad un prezzo scontato, scrivimi.

Non possiamo però evitare di vedere in un ritorno alla socialità l’unica soluzione a questi problemi. Siccome però la socialità non può essere imposta dall’alto, per quanto sia un bisogno primario, dobbiamo stimolarla e promuoverla.

Ecco che le Comunità Energetiche Rinnovabili possono aggiungere una parolina magica e diventare Comunità Energetiche Rinnovabili Solidali. Una parolina che ne trasforma la loro funzione da mero strumento per gestire energia ed incentivi a vero strumento di promozione territoriale.

Noi dobbiamo puntare a fare esattamente questo.

La guerra della comunicazione

In questi anni stiamo assistendo ad una vera e propria guerra della comunicazione tra chi vuole promuovere la sensibilizzazione della popolazione sui temi dell’emergenza climatica e chi invece spinge le persone all’inattivismo e quindi al non agire. Non agire vuol dire mantenere lo status quo e quindi immaginando chi ha convenienza che l’attuale modello economico non cambi è anche l’attore principale di questa strategie.

Micheal Mann, noto climatologo che negli ultimi anni si è dedicato alla comunicazione ed al suo studio, ha scritto un famoso libro “La nuova guerra del clima” che dovrebbe essere una delle tue prime letture. In questo libro M.M. traccia il profilo della strategia dell’inattivismo con importanti esempi tutti documentati. Un libro che scorre via molto facilmente, ma che ti apre gli occhi su tante modalità comunicative che spesso non notiamo.

Una di queste strategie, attualmente perpetrata in Italia da molti soggetti, è spiegata nel video qui sotto dove ti potrai ascoltare le mie riflessioni su un caso tutto italiano.