Imprenditori e cura del territorio
Parlando di innovazione in agricoltura e cura del territorio abbiamo incontrato a Please On Stage con Vincenzo Vadrucci, imprenditore agricolo salentino, presidente della cooperativa Agromea, un’impresa agricola che si occupa di coltivare e il melograno coltivato nel Salento e non solo.
Vincenzo Vadrucci ha scoperto l’agricoltura quasi per caso, si è innamorato dell’idea che fare impresa in ambito agricolo e allo stesso tempo occuparsi della cura del territorio in cui si vive possono essere due elementi sinergici per lo sviluppo delle impresa e la creazione di lavoro ed innovazione.
Alcuni anni fa, con un amico e collega, fonda la sua prima azienda agricola. Quest’esperienza letteralmente lo rapisce e Vincenzo Vadrucci viene totalmente assorbito dalla bellezza del melograno e dal mondo agricolo.
Vincenzo Vadrucci è un salentino, ed il Salento è un territorio dalle forti tradizioni, olio e vino in particolare, ma che non annovera tra esse il melograno. E cambiare la mentalità di un agricoltore con tradizioni così radicate non è semplice.
Agromea però porta alcuni elementi di innovazione in agricoltura che riescono a fare breccia. La cooperativa nasce proprio nella fase in cui si inizia a svilupparsi l’infezione da Xylella Fastidiosa, un batterio che uccide, strozzando i vasi linfatici, la quasi totalità degli olivi.
Questa epidemia è stato un danno enorme per tutto il Salento. L’olivo e l’oli per il salento sono cultura, un elemento sociale ed ambientale, un elemento caratterizzante il paesaggio e le tradizioni millenarie di questo terra. L’olivo non è solo un fatto agricolo, è essenza stessa di questa terra. Ne esprime la cura del territorio che negli anni queste popolazioni hanno avuto.
Il progetto Agromea nasce proprio nei primi periodi di diffusione del batterio, all’epoca si pensava fosse qualcosa di passeggero e poco grave. Nel tempo invece, purtroppo, ci si accorge della grande difficoltà in cui il territorio sarebbe caduto. Nulla però è stato fatto e un patrimonio millenario è oggi irrimediabilmente distrutto.
Le esperienze pregresse permettono a Vincenzo Vadrucci di comprendere che un problema così importante si può combattere solo con la collaborazione e la cooperazione, unici strumenti utili per trovare una strada verso l’innovazione in agricoltura ed il futuro.
Cooperazione come elemento di innovazione in agricoltura
La cooperazione come elemento di cura del territorio ed innovazione in agricoltura. Ecco la chiave di volta che viene sperimentata. Un modello di impresa che diviene elemento di promozione dell’innovazione.
Nella cooperativa Agromea entrano nel tempo agricoltori non solo pugliesi, ma anche da altre regioni. Il progetto si sviluppa perché la cooperazione diviene elemento di “servizio professionale agli agricoltori” non mero strumento di aggregazione professionale.
La cooperativa Agromea ha sviluppato una attenta analisi delle carenze tipiche dei modelli di imprensa agricola salentina. Grazie alla loro esperienza comprendono come un fattore di successo per una cooperativa può essere quello di supportare gli agricoltori con servizi professionali, ricerca e competenze.
Agromea progetta un modello di business che vede nel servizio professionale agli agricoltori un elemento di successo. L’innovazione in agricoltura e la cura del territorio passano attraverso la costruzione di garanzie a supporto delle piccole imprese agricole. Ciò permette al singolo agricoltore di svincolarsi dai problemi pi frequenti e complessi e concentrarsi solo sulla qualità del prodotto.
Ma non basta, Agromea sviluppa un sistema di ricerca con grandi imprese e università, i tecnici viaggiano nel mondo alla scoperta delle migliori soluzioni agricole, creano modelli a supporto degli agricoltori e diffondono le competenze acquisite. Ciò permette di innalzare la qualità del prodotto, abbattere i costi, ma soprattutto di legare ad un progetto comune tutti i partecipanti.
In altre parole la cooperativa mette a disposizione tutte le risorse necessarie al fine di permettere agli agricoltori di produrre ad un livello qualitativo elevato, omogeneo e di alto livello. Cosa che ogni singolo agricoltore non potrebbe riuscire a sviluppare.
La cooperazione quindi come elemento di sviluppo del lavoro di impresa. Ma in un paese l’agricoltura è elemento cardine, ciò si traduce anche e soprattutto in un progetto in grado di prendersi cura del territorio, ricostruire socialmente delle relazioni, disegnare un progetto di futuro
La cura del territorio e l’innovazione in agricoltura praticata da Agromea si basa anche su una forte attenzione al mercato. Elementi come la destazionanalizzazione o il prolungamento della stagione di raccolta, differenziando le varietà apportando non solo miglioramento alla qualità del prodotto ed alla sua vendibilità sul mercato
Questi elementi permettono di consolidare la stabilità economica del singolo agricoltore, e se l’agricoltore vede con più serenità il futuro è anche più partecipe al progetto di sviluppo dell’impresa.
Una piccola realtà che può sviluppare innovazione in agricoltura con la ricerca e attenzione alla cura del territorio non può fare a meno delle collaborazioni con grandi imprese internazionali e con l’università.
Imparare dalla ricerca e dalle esperienze di altri permette di adattare i casi di successo internazionale alle esigenze particolari del territorio salentino. Un grande investimento quindi in agronomi ed esperti che hanno permesso di supportare in maniera vincente i piccoli agricoltori soci della cooperativa. Agricoltori che non sarebbero riusciti ad ottenere gli stessi risultati da soli.
Un frutteto richiede lavoro per tutto l’anno, ma la raccolta e la vendita sono concentrati nel tempo.
Un modello di sviluppo più ampio permettere una raccolta differenziata in cui ognuno può essere supporto per gli altri.
Un modello però che richiede anche formazione continua, cosa che raramente un agricoltore si concede.
Tutto ciò permette di sviluppare una forte attenzione alla cura del territorio che è ciò che permette a tutti noi di vivere, quindi l’attenzione al futuro del progetto prescinde i soli aspetti imprenditoriali e permette di costruire relazioni forti e di lunga durata.
Gli stessi agricoltori divengono quindi partecipi di un progetto più ampio della semplice coltivazione perché ottengono in cambio stabilità e certezze. Stabilità e certezze che permettono l’investimento sul futuro. Come abbiamo visto un agricoltore che investe sul suo futuro in realtà investe sulla cura del territorio e quindi sul futuro di tutti noi.
Se cresce la cura del territorio, cresce l’attenzione ai legami, crescono le certezze e la tranquillità economica, automaticamente si minano le basi su cui cresce e si sviluppa la malavita che tanto inquina l’agricoltura nel nostro paese.
Quando innovare fa rima con imparare
A volte innovare non vuol dire necessariamente inventare quaclosa di completamente nuovo, ma sviluppare in maniera nuova e differente qualcosa di successo altrove.
Ecco come l’esperienza di Agromea, i viaggi e la ricerca internazionale legata alla melagrana, divengono strumento per sviluppare in Italia un’idea: la coltivazione e commercializzazione dell’avocado. Un’idea che nasce anche pensando a come rinaturalizzare e recuperare le aree dove gli olivi stanno morendo o sono morti.
Ancora una volta innovazione in agricoltura fa rima con cura del territorio.
Un paradigma della resilienza: invece di subire i cambiamenti si anticipano le difficoltà (o le si utilizzano per certi versi) per creare sviluppo per il territorio e le imprese. Un problema immediato che diviene quindi l’idea per costruire una prospettiva di visione e di futuro.
Il territorio salentino sta subendo (in gran parte ha subito) la morte di oltre 20.000.000 di olivi. Una tragedia anche umana, naturalistica, paesaggistica e culturale. Ma questo è anche un problema di mantenimento dell’integrità ambientale di un intero territorio. Gli alberi proteggono quello che vi è sotto e far morire un’intera “foresta” agricola vuol dire abbandonare alla desertificazione l’intero Salento.
L’errore del popolo salentino è stato sviluppare e coltivare una gigantesca monocoltura che caratterizzava un intero paesaggio. Una batteria di polli a dimensione regionale.
Ora è necessario reimpiantare l’olivo creando varietà e ricchezza, creando biodiversità. Ricostruire un territorio basandosi sulla variabilità genetica e sulla diversificazione specifica. Ciò richiede però un nuovo modo di pensare, bisogna creare una nuova visione di territorio. Bisogna cambiare con forza e coraggio la cultura locale, non solo le coltivazioni.
Ma per fare ciò in tempi brevi, serve assolutamente la presenza dello stato. Una presenza che deve costruire infrastrutture e servizi per un territorio dove l’impresa può fare molto, ma ha bisogno della parte istituzionale.
Vincenzo Vadrucci ci segnala che finalmente le istituzioni iniziano a muoversi comprendendo che è necessaria una scossa per il territorio e oggi più che mai è giunto il momento di agire.
Vincenzo Vadrucci, tra le tante cose che ci ha lasciato nella chiacchierata, ci ha detto una cosa che ad un lettore superficiale può sembrare una apparente banalità:
Fare impresa vuol dire fare qualcosa che il mercato chiede, ma trovare anche le soluzioni che il territorio è in grado di offrire.
Solo se non si conosce il Sud Italia e in generale il mondo delle start-up non si comprende, invece, la saggezza e l’importanza di tale affermazione. Basti pensare che proprio la mancanza di un mercato è la prima causa di fallimento di una nuova impresa.
Please on Stage - Innovatori a confronto
Please on stage è un evento aperto, un percorso di dialoghi con innovatori. Ospitiamo ogni martedì alle 18.00 un innovatore e parliamo di quello che è per lui l’innovazione, di come ha sviluppato il suo percorso e di come poter diffondere i concetti dell’innovazione aperta.
Ci poniamo domande e cerchiamo di comprendere le lezioni che ognuno di noi nel suo lavoro ogni giorno apprende. Un modo per imparare in maniera condivisa.
Se conosci un innovatore, se sei un innovatore, se vuoi scoprire come lavorano gli innovatori seguici. Ogni martedì alle 18.00.
Impresa e territorio
Produrre modelli di business funzionali all’epoca in cui si vive
Attuare tali modelli guardando oltre i confini aziendali
Costruire sinergie tra imprese e territorio
Il territorio del sud Italia potrebbe essere molto fertile per i modelli cooperativi, ma è fortissimo ancora l’individualismo.
Serve fare cultura, serve fare comunicazione, serve che le istituzioni cooperative debbano concentrarsi sulla promozione di questo modello cooperativo.
L’esperienza della Xylella ha creato molto bisogno di confronto e di crescita in gruppo ed insieme. Ci siamo sentiti un gruppo in difficoltà.
Oggi è importante non distruggere o far morire quell’esprienza trasformandola in un progetto di futuro per questo territorio.
Un gruppo di persone non sono un’azienda, un gruppo di persone divengono un’azienda solo quando colgono e condividono l’obiettivo generale dell’azienda.
Far entrare il territorio nelle imprese e viceversa
Un imprenditore deve comprendere le opportunità offerte da un territorio. La cultura d’impresa è un legame che lega in maniera imprescindibile a tutti gli elementi di un’azienda e lega l’azienda al contesto in cui è radicata. Sempre più innovazione in agricoltura (e non solo) e cura del territorio vanno a braccetto.
Tutte le componenti dell’azienda però sposano la causa solo se la formazione e le competenze si innestano su una serie di benefici che permettano al lavoratore di sentirsi protetto. Solo così i dipendenti amano la propria azienda e si sentono partecipi di un progetto, ognuno diviene imprenditore e costruisce l’azienda ed il suo futuro come elemento stesso della propria vita.
Questo è un elemento ancora più importante in una start up o in una impresa in fase di avvio.
È importante che uno startupper faccia esperienza di impresa, impari a conoscere realtà differenti. Ma soprattutto uno startupper deve comprendere che oggi, in Italia, fare impresa è difficile. Per affrontare al meglio queste difficoltà ci si deve affidare ai professionisti ed alle competenze giuste.
Non possiamo pensare di affrontare il mercato da soli. Per quanto buona l’idea deve poter camminare su gambe solide ed attorniarsi di buone competenze è dedicare tempo alla propria idea liberando tempo e risorse grazie al supporto di professionalità verticali.