Scriviamo un breve articolo per aggiornare sulle novità e le opportunità offerte dalla nuova normativa sull’impresa sociale. Per i dettagli vi consigliamo di rivolgervi ad un consulente in quanto le opportunità sono davvero tante.
Innanzitutto una premessa. La riforma del terzo settore coinvolge direttamente ed indirettamente migliaia di cittadini tra volontari e dipendenti delle cooperative ad oggi, ma con questa riforma ogni impresa, anche quelle for profit, potranno accedere agli importanti vantaggi che questa riforma apporta alla normativa italiana allargando in maniera incredibile la platea dei potenziali beneficiari.
Attesa da anni finalmente vede chiuso il suo iter e possiamo dire che la sua piena compiutezza (o quasi) è oggi legge. Quindi per le imprese le opportunità sono molte, ma non lasciamoci sfuggire il fatto che dietro ogni opportunità per un’impresa si nasconde una grande opportunità per il terzo settore.
Tra le tante possibilità disponibili, vogliamo concentrarci su quelle che maggiormente permettono l’intersecazione tra il profit ed il noprofit ed in particolare:
- Remunerazione del capitale investito: chi investe in impresa sociale ottiene una remunerazione indiretta in credito di imposta pari al 30% del capitale versato se lasciato presso il beneficiario per almeno tre anni. Da una parte questa opportunità permette alle imprese di investire in maniera estremamente profittevole in progetti sociali, dall’altra la necessità (non prima di tre anni) di restituire il capitale mette il ricevente di fronte alla necessità di non pensare più solo ed esclusivamente a sistemi assistenziali. Il terzo settore deve ripensarsi in maniera manageriale, costruendo veri e propri progetti di impresa (sociale) che riescano a produrre economie. Ciò per garantire almeno la restituzione del capitale versato. Dall’altra parte però le imprese sociali possono attingere più “facilmente” a capitali, senza doversi necessariamente indebitare con le banche che, si sa, non vedono di buon occhio questa tipologia di imprese.
- Le donazioni liberali sono interamente deducibili, con maggiore estensione per i beneficiari. Come nel precedente punto, risorse con maggiore facilità per le imprese sociali.
Quindi questi due punti (che forse riassumono uno dei cardini economici su cui la riforma si basa) portano importantissimi vantaggi. In realtà i vantaggi sarebbero ancora più alti, ma è consigliabile approfondirli con il proprio consulente.
Nello specifico la normativa sull’impresa sociale permette oggi alle imprese for profit di ottenere importanti vantaggi economici, sostenendo il mondo dell’impresa sociale. Questa riesce a finanziarsi e sostenersi in maniera più ampia e diversificata. La riforma richiede quindi da una parte la necessità che le imprese sociali si ripensino in termini finanziarie e dall’altra che riescano ad offrire prodotti appetibili alle imprese for profit.
Nello specifico infatti se un’impresa for profit è interessata a supportare un progetto sociale, lo fa non solo per mecenatismo o filantropia, ma anche per un ritorno diretto che sia economico o di credibilità.
Dove quindi il sociale riesce ad organizzarsi per proporre soluzioni a questi bisogni, trova una normativa estremamente vantaggiosa che può aiutarla a sostenere le imprese interessate. Nei prossimi mesi ed anni le imprese sociali dovranno ripensarsi in termini di capacità progettuale, organizzazione, serietà e professionalità per attirare investimenti e finanza e non correre dietro ai bitcoin!
Finanza che non dovrà snaturarne le caratteristiche, ma supportarle e potenziarle. Cosa che in questi anni il sistema bancario non è mai riuscito a fare ed il mondo profit non ha mai preso in considerazione seriamente.