Cosa è il programma Fit for 55?
Il programma Fit for 55 è un pacchetto legislativo molto ampio ed organico presentato il 14 luglio dall’Unione Europea e che si pone come un vero e proprio programma di rilettura, modifica, aggiornamento della normativa in tema di crisi climatica, riscaldamento globale, economia sostenibile e molto altro.
Il pacchetto propone una serie di direttive, leggi, regolamenti nuovi e da rivedere che coprono tutti gli aspetti correlati al clima ed all’economia, andando a meglio delineare il processo di raggiungimento degli obiettivi al 2030 ed al 2050 recentemente rivisti dalla stessa unione.
Questo pacchetto si pone quindi come un vero e proprio processo di sviluppo o road map verso gli obiettivi di abbattimento delle emissioni. Una riforma organica della normativa europea che prevede le varie interconnessioni dell’intero quadro normativo esistente in materia.
Fit for 55 in breve
I punti chiave del programma Fit for 55
Le possibili ripercussioni economiche
Come vengono modificate le relazioni internazionali
Perché l’Europa è ancora una volta il soggetto politico più lungimirante al mondo
Obiettivo: riscrivere le regole economiche
Il progetto Fit for 55 si pone un obiettivo davvero sfidante e cioè quello di riscrivere le regole stesse su cui si basano le relazioni economiche nel nostro continente e tra il nostro continente e il mondo esterno affrontando temi caldissimi come il dumping ambientale e sociale che le nostre imprese subiscono da paesi come Cina e Russia in particolare.
I temi trattati da Fit for 55 sono tanti ma i principali sono: clima, energia, uso del suolo, trasporti, fiscalità, relazioni internazionali fino a modificare aspetti molto tecnici e pratici dei relativi settori dove interviene.
L’obiettivo è quello di cambiare i paradigmi socio economici per costruire un futuro verde, equo e prospero; un modo per rileggere il significato di sostenibilità come intersezione di economia, ambiente e sociale.
I punti chiave del progetto
Riassumento in maniera molto veloce il programma possiamo vedere come l’Europa punti innanzitutto a rendere più forte il sistema del controllo e scambio delle emissioni (Emission Trading) non solo rendendolo più efficace e moderno, ma anche e soprattutto allargandolo e rendendone più ampia la sua applicazione. Era infatti emerso come settori molto impattanti come i trasporti e l’edilizia fossero stati esclusi nonostante il loro peso sulle emissioni globali.
Il programma ovviamente punta moltissimo sullo sviluppo delle fonti rinnovabili e su un’ampia diffusione di progetti ed interventi di risparmio energetico e transizione verso combustibili non fossili e ovviamente una rilettura della fiscalità che verrà adeguata in particolare in ambito energia e import.
Relativamente alla fiscalità è da notare come viene proposta una sorta di sistema a dazi che colpisca in particolar modo i prodotti realizzati senza il rispetto dei parametri europei o comunque con processi fortemente emissivi.
Un ultimo importante aspetto è rappresentato dall’introduzione dell’Effort Sharing cioè di un sistema che permetta il cotnrollo delle emissioni nei settori non coperti dall’Emission trading. Cioè i settori o le imprese di dimensioni tali da non rientrare nell’ETS dovranno essere in qualche modo coinvolte grazie ad un sistema nazionali di condivisione dello sforzo di lotta al riscaldamento globale.
L’Effort Sharing comporterà un’ulteriore riduzione delle quote di CO2 concesse ed un ulteriore slancio verso lo sviluppo di tecnologie pulite, mentre spingerà ai bordi della competitività le imprese che non si adegueranno. Tale sistema sarà esteso ulteriormente e comprenderà quindi settori a forte emissione, ma di difficile controllo motivo per cui erano state escluse precedentemente come il settore dei trasporti marittimi.
Fit for 55 non solo limitazioni
Ci si aspetta da questo nuovo quadro normativo un importante aumento dei costi per molti settori e per molte aziende. Questo sforzo non viene scaricato sulle aziende, ma al contrario viene supportato ed aiutato proprio grazie alle nuove entrate.
In parole povere tutti i nuovi ingressi di questa politica saranno dirottati sui fondi per l’innovazione. Il sistema può rappresentare un meccanismo estremamente efficiente.
Da una parte contribuiranno ad arricchire questa dotazione le imprese che non intendono adeguarsi e le imprese extra-europa che sfruttano normative molto blande dal punto di vista di lotta al riscaldamento globale. Queste imprese saranno penalizzate con crescenti pressioni fiscali e limitazioni alle possibilità commerciali.
Dall’altra parte i maggiori introiti saranno allocati nel fondo per l’innovazione al quale possono accedere solo aziende facenti parte dell’Unione Europea e quindi il Fit for 55 creerà un sistema di efficientamento del comparto industriale comunitario che in parte sarà sovvenzionato dalle imprese meno efficienti ed in parte da paesi terzi.
Una visione molto lungimirante che punta a far pagare i costi del nostro impegno per il clima a paesi che oggi non vogliono impegnarsi magari costringendoli ad adottare soluzioni simili e a contribuire anche loro al processo di salvaguardia del pianeta.